12 gennaio 1977

IL CORPO MISTICO DI CRISTO

 

Scrivi, fratello mio, sono Don Orione.

Poteva mancare la mia voce al coro degli altri miei confratelli che ti hanno parlato? Naturalmente no! Ecco perché anch'io desidero esprimerti alcune idee che ti potranno essere utili per l'adempimento del tuo dovere, in particolare in questo momento davvero cruciale che voi militanti sulla terra state vivendo.

Già altri mi hanno preceduto nell'indicarti le cause remote e prossime della crisi di fede che affligge la Chiesa oggi; il male è così grande che merita una diagnosi acuta e precisa, una diagnosi verace.

E' vero, oggi la Chiesa soffre nella sua natura di Corpo Mistico di Cristo, Capo di questo Corpo Mistico di Cristo e Cristo stesso, capo reale, presente personalmente con la Sua Divinità e con la Sua umanità; come Capo fondatore, Cristo, che non può dopo la sua Risurrezione più soffrire fisicamente, soffre invece spiritualmente, moralmente, per colpa degli uomini che ripudiano la sua Redenzione, il suo Amore infinito; ciò è paradossale, assurdo, pazzesco, ma vero. (p. 117)

Gesù, Verbo Eterno di Dio fatto Uomo, non è un mistificatore, Lui è la verità, tutta la verità. Ebbene quante volte non ha operato interventi straordinari per far capire agli uomini distratti, indifferenti, apatici, non di rado cattivi e perversi, saturi di odio contro di Lui, l'Amore!

 

Hanno paura di credere

Quante volte non si è lamentato con anime a Lui care; apparizioni innumerevoli a Santi ai quali ha confidato la sua infinita tristezza e sofferenza per la ingratitudine umana cristiana per l'ingratitudine dei consacrati, sacerdoti, religiosi e religiose.

A S. Margherita disse: " Ecco quel Cuore (mostrando il suo Cuore circondato da spine) che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che offese, ingratitudini e disprezzo ecc. " Non si è manifestato grondante sangue?

Tu pure con altri ne sei testimone. A quanti altri ha fatto vedere il suo Cuore circondato di spine; e che voleva dire con quelle spine?

Non contano queste manifestazioni attestanti il Suo dolore, la Sua infinita tristezza, specialmente in questi tempi di oscurità! Nonostante tutto questo scettici, apatici, insofferenti, rimangono i consacrati perfino Vescovi. (p. 118)

Non credono (crisi di fede), non credono e non vogliono credere, hanno paura di credere; non vogliono ammettere il soprannaturale per tutte le conseguenze inevitabili che esso comporta; qui alludo ai consacrati, proprio a coloro che più dovrebbero amarlo e testimoniarlo di fronte al mondo ateo. Sono proprio i consacrati quelli che maggiormente rattristano e deludono il Cuore Misericordioso di Gesù.

Se l'apatia, indifferenza, tiepidezza, incredulità dei consacrati aggiungi la valanga ininterrotta che si riversa su di Lui come nel Getsemani di peccati, di nefandezze, di crimini, di delitti di ogni natura e specie che si compiono da cristiani e da uomini di tutto il mondo! si può capire l'immensa, infinita Sua sofferenza!

Per chi ama infinitamente le anime, per le quali infinitamente ha sofferto e soffre, non vi è e non vi può essere maggior pena che vedere le anime marciare numerosissime verso la perdizione eterna.

 

Il Papa sotto la croce

Fratello, come soffre indicibilmente il Capo invisibile della Chiesa, in misura diversa ma incredibilmente grande, soffre il Capo visibile della Chiesa, il Romano Pontefice. Egli sta al vertice e dal suo vertice vede, come nessun mortale vede, la sua Chiesa. (p. 119)

Ne vede la superbia di cui è permeata, ne vede la oscurità che l'avvolge tutta, ne vede le lacerazioni che la dividono e la straziano, ne vede gli errori e le eresie con cui teologi presuntuosi la dilaniano, ne vede il lassismo spirituale e morale, l'anarchia in cui si dibatte, ne conosce gli scandali, conosce l'odio e le congiure ordite nell'ombra dai suoi nemici; il suo cuore ne è come schiacciato; solo la particolare grazia e assistenza divina hanno finora impedito a lui di soccombere.

Se a tutto questo aggiungi l'insincerità di coloro che sono e che dovrebbero essere più vicini, allora si capisce come la misura della sua sofferenza abbia raggiunto il colmo.

Molti Vescovi e la quasi totalità dei sacerdoti ignorano le immense sofferenze del Capo Invisibile e del Capo visibile della Chiesa.

Se i motivi di sofferenza per il capo visibile della Chiesa sono tanti e così gravi, fratello, considera quanto sono infinitamente più gravi quelli del Capo invisibile, perché Egli non solo li vede così complessivamente come li vede il capo visibile, ma Egli vede il male personale di ogni membro del Suo Corpo Mistico e di tutta l'umanità.

Ciò che sfugge all'occhio umano anche il più acuto, non sfugge al Suo occhio divino. (p. 120)

 

Tremenda anemia spirituale

Soffre, fratello mio, la Chiesa nei suoi Santi e nei suoi giusti; soffrono nella misura che amano, soffrono perché avvertono il grave disagio procurato loro per la tremenda anemia spirituale di cui sono affetti Vescovi e sacerdoti e anime consacrate in genere.

Soffrono i Santi e i giusti perché contro di loro si incentrano gli sforzi delle potenze dell'inferno che li sottopongono a volte a un vero martirio. Fratello, non ti ho detto tutto, sarebbe troppo lungo, ma voglio ricordarti che a non lieve sofferenza sono sottoposti i membri sani, i comuni fedeli, che avvertono anch'essi un disagio morale e spirituale per la tiepida e spesso non buona condotta di molti sacerdoti.

Nonostante tutto io ti dico non lasciarti avvilire influenzare o intimorire da chi ogni sforzo fa per riuscirvi; non curarti dell'insipienza umana. io nulla avrei fatto durante la mia vita terrena se avessi prestato orecchio alle voci degli uomini; bisogna tendere l'orecchio alle voci che vengono dall'Alto: a queste ho sempre obbedito e fu così che divenni strumento nel piano della Provvidenza per la santificazione mia personale e di numerosissime altre anime.

Coraggio, fratello, è breve il cammino terreno, eterno invece è il premio che ti aspetta. (p. 121)

Non sei solo; con te e con i tuoi amici siamo Noi che vi abbiamo preceduto nella Casa del Padre Comune.

Don Orione (p.122)