19 febbraio 1976

NON AVRAI ALTRO DIO

Ti ho parlato, figlio, della necessità che chi prega si ponga alla mia presenza, salendo fino a Me con un atto di Fede, di Speranza e di Carità.

L'uomo deve mettersi davanti a Me, non per mettermi davanti sé stesso e il suo egoismo, preoccupato sempre di domandare cose materiali, ma deve raccogliersi davanti a Me, adorando e pregando per la glorificazione del Nome del Padre mio, per chiedere l'avvento del mio Regno e per l'attuazione della mia Volontà.

All'uomo di fede, che farà questo, sarà dato tutto il resto.

Il primo comandamento " Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di Me " significa che l'uomo, creatura libera ed intelligente, deve sulla terra collocarsi sul piano giusto dinnanzi a Me, se vuole trovare nel suo pellegrinaggio terreno, (perché tale è la vita umana, un cammino verso l'eternità) l'equilibrio fra le esigenze materiali e le esigenze spirituali della sua persona.

Il bisogno del soprannaturale è così prepotente nell'uomo che, se gli vengono a mancare queste realtà ( p. 163) trascendenti, non ha felicità, non ha pace; il tormento si fa così grande da portarlo non di rado alla disperazione.

 

Ritornare a Dio

L'uomo è opera di Dio, e Dio conosce quello di cui ha bisogno. Per questo gli ha dato il primo comandamento che lo mette sulla strada onde collocare se stesso nel posto giusto dell'economia dell'Ordine universale.

L'uomo, uscito dalle mani di Dio, percorrendo il suo logico e naturale circuito, ritorna a Dio.

E' questa la logica della fede e della ragione che così vogliono, che così esigono.

Tu mi domandi come? E semplice, figlio mio: facendo di Dio lo scopo primo e supremo della propria esistenza.

" Conoscere, amare, servire Dio in questa vita per poi andarlo a godere nell'altra in Paradiso ".

Questo è autentico, genuino catechismo che il pervertimento delle menti e dei cuori, naturali frutti di una concezione naturalistica della vita, ha spento nei cristiani e perfino in non pochi miei ministri.

Ne vuoi un esempio pratico?

Non molto lontano dalla tua città, un religioso, che tu conosci, anima consacrata che dovrebbe tendere (p. 164) alla perfezione e conoscere questo catechismo sull'origine e sul fine della vita, in confessione sai che assolve, senza esigere pentimento, tutte le impurità, l'adulterio compreso.

Ha cancellato dalla sua vita, e dalla vita di tanti fedeli che affollano il suo confessionale, non solo il sesto e nono comandamento, ma tutti i comandamenti.

E non è solo quello sventurato religioso a pensarla in questo modo!

Ma i vescovi non si rendono conto di ciò che sta avvenendo nella loro Diocesi? E, se lo sanno, perché non hanno il coraggio di togliere a costoro la facoltà di confessare? Perché tollerano centri di vera corruzione?

 

I loro interessi

Come sono distanti dal perseguire il vero fine del la vita, oggi, cristiani e sacerdoti sempre indaffarati, come se fossero loro i reggitori del mondo! Sono indaffarati nel perseguire se stessi, il loro io.

In apparenza tu li vedi zelanti ed attivi, tutti presi dalle loro iniziative. Nota che ho detto delle " loro " iniziative, non delle mie che sono molto più semplici, sicure e luminose: cercare Dio con tutti i mezzi a disposizione, amare Dio sopra ogni cosa, prima dei nostri e altrui interessi. (p. 165)

Gli interessi di Dio sono:

1° La Gloria di Dio.

2° Il Regno di Dio.

3° La Volontà di Dio.

Servire Dio esclude il servire sè stessi.

Figlio, quanti sono i sacerdoti che servono fedelmente Dio? Li potresti conoscere anche tu!

Se le piante vanno giudicate dai loro frutti è facile capire quelli che servono Dio, e quelli che al contrario servono se stessi, cioè il Demonio. Vedrai quante pere bacate cadranno ancora, tradendo, apostatando e rinnegando. Le vedrete con i vostri occhi...

Figlio, debbo dirti che la stoltezza umana è davvero sconfinata. Eppure sapete che nessuno può sfuggire alla morte: "Statutum est hominibus semel mori " e tutti sapete che la morte non è la fine totale dell'uomo, ma solo la momentanea separazione dell'anima dal corpo.

- Ma Gesù mio, e gli atei?

" A parole sono molti, un numero sterminato. In realtà sono molto meno; comunque non vi è nessuno che di fronte alla morte non abbia dubbi o perplessità. Ma io ti stavo parlando di quei sacerdoti che sono lungi dal possedere quella sapienza che perfino i pagani ebbero. Cicerone diceva: " Mors, quam bonum est judicium tuum ". (p. 166)

Il pensiero della morte, ritenuto saggio dagli stessi pagani, è allontanato dall'animo di questa generazione incredula come qualcosa di nefasto e di triste. Nessuno, fatte poche eccezioni, pensa alla morte e come punto di arrivo e come punto di partenza.

Il numero degli stolti è veramente grande oltre ogni dire!

Prega e ripara. Non allarmarti; offrirai la tua sofferenza: essa è a Me gradita. Come incenso profumato sale fino al mio trono per poi ridiscendere in una pioggia di grazie.

Ti benedico, figlio, e con te benedico coloro che ti sono vicini, che ti vogliono bene, che con te collaborano perché sia conosciuta la mia parola che è parola di vita." (p. 167)