26 maggio 1976

L'OSTILITA' DI SATANA

 

Scrivi, figlio mio.

Io, Gesù, nasco a Betlemme in una stalla.

Per Me non vi è posto nell'albergo dove altri trovano ospitalità. L'ospitalità non fu negata a Giuseppe e Maria solo per la maternità ormai prossima in Lei, ma per una inconscia ostilità nata nel cuore dell'albergatore per quei giovani sposi così diversi dagli altri. Satana può avere fatto dell'albergatore un ignaro e docile strumento per ostacolare quella coppia, che egli teme e odia per la resistenza opposta ad ogni sua insidia.

L'ostilità di Satana si farà sempre più forte. Non può sfiorare le anime di Giuseppe e di Maria: ogni suo tentativo è respinto con una decisione che lo atterrisce. Per questo aggira la situazione agendo sulle persone che possono nuocere a Me, Gesú, ed a mia Madre. Ignora però che, mentre compie questa opera satura di odio, serve meravigliosamente il piano del Signore Iddio per l'accrescimento di meriti dei due giovani Sposi, affinché tutto ciò che di loro fu scritto dai Profeti trovi il pieno adempimento.(p.21)

Buon terreno troverà Satana nell'animo corrotto di Erode. Questo uomo, logorato dalla concupiscenza dello spirito e della carne, risponderà docilmente a tutti gli inviti di Satana e ordinerà la strage degli innocenti. Dio Onnipotente salverà e sottrarrà dagli artigli di Satana e del complice Me, suo Figlio divino, con la Madre mia ed il Padre putativo.

Cosí sarà per tutti gli altri tentativi diretti ed indiretti, compiuti contro la mia santa Famiglia.

Nulla, assolutamente nulla, poté il Demonio, non solo su di Me, vero Dio e vero Uomo, ma neppure sulla Mia e vostra Madre e su Giuseppe.

 

Scontro diretto

La sfrontatezza senza ritegno di Satana arriverà ad affrontarmi nel deserto. Direttamente, senza intermediari, vuole sincerarsi sulla mia identità. Ed ecco l'attacco frontale a Me che tutto so, a cui tutto è presente, e che nella preghiera e nella mortificazione mi volli preparare a dargli la meritata risposta.

Durante la mia vita pubblica sono evidenti i tenaci sforzi di Satana per molestarmi in tutti i modi. servendosi soprattutto dell'Apostolo infedele. Anche Giuda, come Erode, fu riarso dalle concupiscenze (p.22) dello spirito e della carne, dalla superbia e dalla sensualità e fu ragione di tanta sofferenza per Me.

Io, che conoscevo perfettamente l'opera demolitrice di Satana in Giuda, opposi ad essa preghiera e penitenza, anche se non trovai in lui neppure un minimo di corrispondenza.

Oppongono i pastori di anime preghiera e penitenza per i Sacerdoti affidati alle loro cure, bisognosi di riscattarsi dal giogo del Maligno?

E non soltanto di Giuda si servì Satana, ma anche degli altri Apostoli, che non furono immuni da tentazioni di presunzione, di invidia, di gelosia. Si serví dei Sacerdoti del Tempio, che arrivarono ad odiare Me fino ad ordire contro di Me, più volte, inique congiure. Si servì degli scribi, dei farisei. A tutti Io resistetti, sconfiggendoli con la preghiera e la penitenza, le armi essenziali per vincere le forze del male. Ma siccome oggi si ricusa di usare queste armi, e all'esistenza del Demonio si irride, vi tocca subire la sua azione spietata, origine non solo di sofferenze morali e spirituali, ma anche fisiche.

 

Insensibilità assurda

La percentuale di coloro che soffrono, oggi, nella Chiesa e nel mondo per lo sfrontato potere di Satana (p.23) è cosí elevata che dovrebbe farvi veramente impressione.

Di fronte a questo problema non trovate assurda l'insensibilità e perfino l'incredulità di non pochi Vescovi?

Lo dimostra il fatto che ci si dà da fare per altre cose secondarie, ma per questo poco o nulla si fa.

A volte si arriva ad ostacolare coloro che, con genuino intuito sacerdotale, hanno cercato di fare qualche cosa per restringere la malefica azione di Satana e dei suoi alleati.

Questa è la tragica realtà, dinnanzi alla quale non pochi, per scarsità di fede e di umiltà, insorgeranno. Criticheranno chi tale affermazione ha osato fare, ignorando che costui non è un uomo, ma sono Io Gesú, che di un uomo, il più povero e sprovveduto Sacerdote, mi sono servito.

Ti benedico figlio; prega e ripara. Voglimi bene.(p.24)