30 novembre 1976

SACERDOS ALTER CHRISTUS

 

Scrivi figlio mio,

ho voluto darti una chiarificazione sulle anime vittime prima di dirti che ogni sacerdote deve essere un'anima vittima.

Questa affermazione susciterà in molti sorpresa, in altri stupore, in altri incredulità, cioè questa verità avrà reazioni diverse, rispondenti ai diversi stati d'animo di coloro che leggeranno questi messaggi.

Eppure ribadisco con fermezza che ogni sacerdote deve essere una vittima.

Infatti, figlio mio, sono Io stato sì o no la vittima per eccellenza? Dimmi, figlio mio, non sono forse Io la vittima pura, santa e immacolata che ha placato l'ira divina, soddisfatto la divina Giustizia? E chi è il sacerdote se non " alter Christus "? Chi sono i sacerdoti se non i miei naturali corredentori, e quale corredenzione sarebbe mai possibile se non facendosi vittime come Io vittima mi sono fatto per la vostra salvezza?

Non sono stato Io, Sommo Sacerdote, e, nello stesso tempo, Vittima, che ho immolato Me stesso per la vita del mondo? (p. 48)

Figlio in un precedente messaggio è spiegato chiaramente quale parte deve avere il sacerdote nella celebrazione della S. Messa, e ti ho detto: guai ai sacerdoti che un giorno scopriranno di essere stati nella S. Messa dei protagonisti incoscienti, passivi e soltanto materialmente presenti, anziché essere coscientemente presenti, consenzienti e attivamente compartecipanti con Me.

Presenti furono sotto la Croce e con Me presenti sono in ogni S. Messa la Madre Mia e S. Giovanni!

 

Fondersi con la Vittima Divina

Se un sacerdote non è presente nel S. Sacrificio con la ferma ed efficace volontà di offrire sé stesso, unitamente a Me, al Padre Celeste per la remissione dei peccati, ragione del sacrificio offerto, il sacerdote praticamente svuota il suo sacerdozio della sua essenza, snaturando e deformando la natura del carattere sacerdotale, mutilando il suo sacerdozio del suo fine; insomma questo sacerdote fa scempio del suo regale sacerdozio, da Me a lui compartecipato. Immagina un assassino che fa scempio della sua vittima straziandone il corpo.

Figlio, ma che hanno fatto Pastori ed educatori se non sono stati capaci, se non hanno saputo, inserire nell'animo dei " vocati " la conoscenza della natura, dell'essenza, del fine del carattere sacerdotale? (p. 49)

Due sposi che accedono al matrimonio senza conoscerne la natura e lo scopo, non sono forse due sventurati? Un chierico che accede al sacerdozio senza conoscerne a fondo l'essenza, la natura e lo scopo è molto di più di uno sventurato, poiché non solo mette in pericolo la sua anima, ma un numero grande di anime legate al suo sacerdozio nel piano dell'economia Divina.

Il sacerdote non solo deve essere vittima, ma vittima diventa per natura del suo sacerdozio; se poi rifiuta questo suo stato di vittima, diventa traditore del Mistero della Redenzione, come Giuda.

 

Sacerdote vittima per natura del suo stesso sacerdozio

Felice colui che è consapevole della grandiosa e sublime vocazione e missione sacerdotale e docilmente si arrende all'amore infinito di Dio che si è degnato di sollevarlo dallo sterco e dalla polvere della terra per erigerlo alla più grande e sublime dignità a cui creatura possa aspirare.

Felice colui che, consapevole di essere stato fatto vaso di elezione, si sforza, con Cristo, di seguirlo sul Calvario, per fondere le sue sofferenze con quelle della Vittima Divina, per essere poi, con la Vittima tre (p. 50) volte santa, liberatore di tante e tante anime dal giogo e dalla brutale tirannia di Satana.

Felice quel sacerdote che non accetta ne patti né compromessi coi nemici di Dio, coi nemici della Chiesa e coi nemici della sua anima e della sua coscienza.

Felice quel sacerdote che rifiuta ogni sua collaborazione con le forze oscure dell'inferno e cammina sulla via della perfezione e della santità secondo il precetto " Sancti estote "; che se tale precetto di santità è per tutti, è evidente e chiaro che in modo particolarissimo lo è per i miei ministri, che santi debbono essere per santificare.

Che dire della formazione impartita nei seminari odierni?

Figlio mio, quale paurosa distorsione in nome di un progresso e di una sovversiva evoluzione nettamente contrastante con i miei esempi e insegnamenti!

Pastori, che avete assistito e assistete passivamente a tanto pervertimento spirituale, non crediate di sfuggire alle vostre gravissime responsabilità; i vostri sofismi non servono per chiudere gli occhi di Dio.

Presto vedrete coi vostri occhi e presto pagherete di vostra tasca per tutto il male che non avete saputo (p. 51) o voluto impedire, per tutto il bene che non avete compiuto.

Ti benedico figlio mio. (p. 52)